sabato 23 maggio 2009

I Caracciolo in oltre 1000 anni di storia: l) Le testimonianze epigrafiche.

Versione: 1.2 / 23.5.09
Biblioteca dei Caracciolo.
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L’idea per questo nuovo repertorio mi è stata data da un libro che ho potuto scaricare dalla rete. Si tratta del Tesoro lapidario napoletano, raccolto e compilato da Stanislao Aloe, di cui un primo volume fi stampato a Napoli nel 1835. Non so se esistono altri volumi. Contengono per lo più iscrizioni epigrafiche che si trovano nelle chiese di Napoli, cioè lapidi. Una lapide è un’iscrizione epigrafica fatta per conservare memoria di un fatto o di una persona. Sono forse il documento storico per eccellenza in quanto documentano in modo irrefutabile l’esistenza di una persona, dell’anno in cui visse del luogo in cui fu sepolto e molte molte altre informazioni che spesso non si sono altrimenti conservate. Questa blog ha un suo pubblico privilegiato in quanti portano il cognome Caracciolo o sono interessati comunque ai Caracciolo. In facebook, grande aggregatore di persone che si cercano l’un l’altra, è stata creato una appositi “Community dei Caracciolo”, che è caldamente invitata a collaborare alla costruzione dei blog. Vi sono già persone che hanno offerto la loro entusiastica e convinta collaborazione. L’unica difficoltà consiste nel coordinare al meglio il lavoro del più ampio possibile di ricercatori. Ecco però una forma facile facile, adatta ad ognuno, a grandi e piccini. Sicuramente in ogni più lontano borgo d’Italia esistono “lapidi”, in chiese, cimiteri, monumenti che riguardano i Caracciolo, i Carafa e ogni altro ramo della prosperosa famiglia, di cui è necessario redigere la Genealogia storica. È sufficiente che chi legge questo post ed è interessato al progetto trascrivi fedelmente l’iscrizione che vede con i suoi occhi, ne indichi con precisione il luogo dove si trova e dia ogni altra notizia utile alla decifrazione dell’iscrizione, possibilmente accompagnata dalla sua documentazione fotografica. Io nel frattempo riproduco qui dal libro di Aloe tutte le iscrizioni ovvero “Lapide” che a qualsiasi titolo riguardano i Caracciolo. Il modello seguito varrà come criterio per tutte le altre iscrizioni da aggiungere.

Per ragioni tecniche la numerazione da noi qui iniziata non verrà modificata. L’ordine della successione numerica non è cronologico, alfabetico o di altro genere. È del tutto casuale a seconda del rinvenimento e della decisione di inserire l’epigrafe in questa nostra raccolta. Eventuali indici cronologici, alfabetici o topografici verranno redatti in un tempo successivo a seconda della consistenza del materiale raccolto e della necessità di ordinarli e classificarli per una loro migliore intelligenza e consultazione. Le note contrassegnate da asterisco (*) sono originarie della Fonte utilizzata, salvo eventuali integrazioni e ovvi links esplicativi a pagine web. Le altre sono mie.

1.
Trovasi in Napoli, nel Duomo.

Biografico - Cronologico - Toponomastico - Glossario

Fonte.
(a p. 5, n. 11, del “Tesoro Lapidario” raccolto da Aloe)
Sopra l'arco della Cappella della famiglia Caracciolo de’ Pisquizy (*):

BARTOLOMAEVS CARACCIOLVS
PISQVIZIVS
EX DYNASTIS PISCIOTTAE
DE GENTE CARACCIOLA BENEMERITVS
SVPREMIS TABULIS IVSSIT
IN HAC AEDICULA A MAIORIBVS SVIS EXTRVCTA
VNICVIQVE PATRICIO CARACCIOLO PISQVIZIO
HVMARI IVS FASQUE ESTO
EANDEM A TEMPORIS INIVRIA VINDICANDAM
ET AD MELIOREM FORMAM RESTITVENDAM
PRAEFECTI . CARACCIOLORVM ,'EPHEBEI
CVRAVERE ANN MDCCL

* I quadri ad olio di questa Cappella sono di Michele Foschini. Sotto dell’altare si vede una tavola di bianco marmo, che rappresenta Cristo morto deposto nella sindone con alcuni Angeli, di buona scultura (Nota di Stanislao Aloe, a. 1835). || L’immagine è dell’interno del Duomo di Napoli (vedi). Fino a questo momento non ho trovato immagine più pertinente all’iscrizione, ma essa verrà sostituita appena possibile. Anche per i numeri successivi si seguirà lo stesso criterio: un’immagine per alleggerire il testo, ma nel modo più pertinente possibile. Sono gradite segnalazioni di immagini più adatte all’illustrazione dell’epigrafe.

2.
Trovasi in Napoli, nel Duomo.
Fonte.
(a p. 4, n. 8, del “Tesoro Lapidario” raccolto da Aloe)
Nella Cappella della ·famiglia della Quadra, oggi dei Principi di
S. Lorenzo, dalla parte dell’Epistola si legge (*) :

COEPTVM OPVS ET IMPORTVNA MORTE INTERMISSVM
ALVARVS QVADRA CARAFA SANCTOLAVRENS PRINCEPS
SVMMVS IN HOC REGNO VENATIONI PRAEFECTVS
MOERENTISSIMVS FRATRIS FILIVS
VNICVM FAMILIAE MVNIMENTVM ABSOLVIT
HAEC LVCTVOSA MERITISSIMO PATRVO PIETATIS OFFICIA PERSOLVENS
SVPREMA EIVS CONSILIA EXPEDIRE
ET LOCVM QVEM IS SIBI DELEGIT OMNI CVLTV EXORNARE
ANNO CIƆCCXLVI [MDCCXLVI]

(*) Fu dedicata questa Cappella al glorioso S. Niccolò di Bari; il quadro posto sopra l’altare che rappresenta questo Santo è del signor Paolo de Matteis (1662-1728). Gli altri laterali con alcuni miracoli del Santo sono di Niccolò Russo. [Nota di Aloe] || L’illustrazione costituisce una volta di cupola affrescata da Paolo de Matteis nella chiesa di Santa Caterina a Formiello, una chiesa rinascimentale in Napoli, a ridosso delle mura aragonesi, accanto alla Porta Capuana (vedi).

3.
In Napoli, nella Cappella detta del Tesoro (*)

Fonte.
(a p. 15, n. 26, del “Tesoro Lapidario” raccolto da Aloe)
Sopra la sepoltura dei Caraccioli, discendenti da Giosuè , situata
avanti la loro Cappella gentilizia, si legge:

D. O. M.
CARACCIOLORUM
A MAGNO IOSUE PROCREATORUM
PII CINERES III QUIESCUNT
ANNO DOMINI CIƆXCXLIV [MDCCXL]

(*) Nel lato destro della Chiesa , dove una volta erano le cappelle dei signori Zurlo, Filomarino, e Cavaselice, ora si vede la magnifica cappella detta il Tesoro. Fu questa edificata nel 1608, per voto fatto dal popolo Napoletano al Glorioso suo Protettore S. Gennaro, il quale liberò la Città dal terribile flagello della peste, che nel 1527 fece grande strage di persone (amplius). || Nella foto la Cupola della Reale Cappella del Tesoro di San Gennaro vista da Piazza Riario Sforza.

4.
In Napoli, nella Cappella detta del Tesoro (*n. 3)

Nel medesimo luogo:
Fonte.
(a p. 16, n. 27, del “Tesoro Lapidario” raccolto da Aloe)

VICTORIAE CARACCIOLAE
CASTRIORVM COMITI NOBILITATE GENERIS
AC VENVSTATIS FORMA INSIGNI
SED PVRITATE MORVM ITA CONSPICVUAE
VT IN IPSA IVVENTA ORBATA VIRO
COELIBATVM AD OBITVM VSQ.
SANCTÈ PIJEQVE (sic)) SERVA VIT (sic)

5.
In Napoli, nella Cappella detta del Tesoro (*n. 3)

Nel medesimo luogo:
Fonte.
(a p. 16, n. 29, del “Tesoro Lapidario” raccolto da Aloe)
SEPVLCRVM
FAMILIAE CARACCIOLORVM EX IOSVE
VIVENTIVM PIETATE VNA CVM SACELLO
INSTAVRATVM SVGGESTVMQ. QVOD IGNE
CONFLAGRA VERAT MAGNIFICE REFECTV
ANNO DNI M. D. CXXII

Nota: La “V” di REFECTV ha una linea sopra, qui non riproducibile con la tastiera da me in uso, e sopra la N di DMI si trova un simbolo pure non riproducibile. Li si può però leggere ed osservare collegandosi al link già indicato.

6.
In Napoli, nella Cappella detta del Tesoro (*n. 3)

Nel medesimo luogo:
Fonte.
(a p. 16, n. 30, del “Tesoro Lapidario” raccolto da Aloe)

OLIM IGNE
NVPER TERREMOTV (sic) CONSVMPTUM
SPLENDIDIVS MAGNIFICENTIVSQ. PIVS
EXCITAVIT
D. HYERONIMUS (sic) CARACCIOLVS SORITI DVX
PROTECTOR
A. D. M.DCX.CI.


7.



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